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Galleria di Arte Contemporanea a Castiglioncello
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    Boetti Alighiero

    Alighiero Boetti nasce a Torino il 16 dicembre 1940.

    Fra il 1963 e il 1965 sperimenta con materiali quali il gesso, la masonite, plexiglass e congegni luminosi.
    Le sue prime opere sono disegni su carta a china di oggetti industriali per la registrazione come microfoni, cineprese o macchine fotografiche incisioni e monotipi che saranno esposti per la prima volta a Parigi soltanto nel 1981.

    È del 1966 ‘Lampada annuale’ che si accende solo per pochi attimi una sola volta all’anno. Esordisce nell’ambito dell’Arte Povera a gennaio del 1967.

    Nel 1968 presenta le ‘Colonne’ di carte pressate da Stein, alla Galleria De Nieubourg.

    Nel 1969 alla Kunsthalle di Berna inaugura la mostra collettiva “When Attitude Become Form” curata da Harald Szeemann.
    L’apice toccato dal movimento dell’Arte povera consentirà d’ora in poi ai suoi singoli artisti, di percorrere ognuno il proprio percorso artistico a livello internazionale.
    Di questo periodo sono ‘Cimento dell’armonia e dell’invenzione’ e ‘Planisfero politico’ lavorando su una mappa geografica intelata.

    Dal ’70 Alighiero Boetti inizia a lavorare sui linguaggi e sul tema della serialità e dello sdoppiamento, operato anche sul proprio nome diviso in Alighiero & Boetti.

    Dal 1971 inizia la serie delle ‘Mappe’ ricamate in cui alle aree dei territori nazionali corrispondono i simboli delle bandiere: a margine altre iscrizioni e date di esecuzione; in esse, secondo Boetti, l’intervento dell’artista è limitato all’idea di base, essendo l’esecuzione dell’opera demandata alle donne afgane.

    Sempre nel 1971 Boetti è invitato alla VII Biennale di Parigi in una mostra curata da A. Bonito Oliva.

    Viene definito un Artista concettuale, versatile e caleidoscopico, produce una grande varietà di tipologie di opere e per alcune delega l’esecuzione manuale ad altri, ma sempre secondo regole del gioco ben precise e principi come quello ‘della necessità e del caso’ per citare Jacques Monod premio Nobel per la Fisica 1971.

    Nel 1972 nascono i monocromi a biro (blu, neri, rossi, verdi) in cui la campitura tratteggiata su carta mette in scena il linguaggio; ugualmente tutte le opere ricamate su stoffa, non solo le Mappe del mondo ma anche certe composizioni di lettere, sempre quadrate e multicolore (sul modello Ordine e disordine); infine i Tutto, fitti puzzle in cui si ritrova davvero di tutto: figure da rotocalchi, oggetti da scrivania, sagome di animali e molto altro ancora.

    Nello stesso anno, Alighiero Boetti, si trasferisce a Roma ed è in questo periodo che inizia a firmarsi “Alighiero & Boetti “ compiendo così la quadratura del suo nome e cognome, che diventa di 16 lettere, e contemporaneamente il suo sdoppiamento simbolico fra sfera privata con il nome e sfera pubblica con il cognome. Partecipa ad aprile alla mostra collettiva “De Europa” da John Weber a New York e nell’ estate alla XXXVI Biennale di Venezia.

    Diviene inoltre pioniere e protagonista dell’Arte Concettuale in Italia, grazie anche ai suoi interessi per la filosofia, la matematica e l’alchimia.

    Moltissime anche le opere di Boetti di mano esclusivamente sua: nei primi anni 70, i tanti ‘esercizi’ a matita su carta quadrettata, basati su ritmi musicali o matematici; a partire dagli anni 80 i lavori postali, giocati sulla permutazione matematica dei francobolli, sulle aleatoria avventura del viaggio postale e sulla segreta bellezza dei fogli inviati nelle buste; Infine negli anni 80 e 90 le composizioni colorate e di tecnica mista su carta in cui scorrono schiere di animali, memori della decorazione etrusca o pompeiana.

    Alla metà del decennio ritorna alla pittura nel ciclo di dipinti dal titolo ‘Aerei’ del 1977.

    Esposizioni di Alighiero Boetti

    • Nel 1975 Alighiero Boetti espone alla Biennale di San Paolo del Brasile
    • Nel 1976 alla Biennale di Venezia dove è presente anche nel 1978, 1980, 1986 e 1990 mentre si infittisce il curriculum internazionale presso le gallerie private e le mostre presso sedi museali
    • Nel 1974 al Kunstmuseum di Lucerna
    • Nel 1977 al Centre d’art contemporain di Ginevra
    • Nel 1978 alla Kunsthalle di Basilea.Tra le ultime opere alcune sono monumentali, come i 50 arazzi con testi in italiano e persiano (esposti a Parigi nella mostra ‘Les Magiciens de la terre’, 1989), oppure i 50 khilim esposti al Magasin di Grenoble a dicembre 1993 nell’ultima mostra inaugurata alla presenza dell’artista allora già molto malato.

    Alighiero Boetti ha esposto nelle mostre più prestigiose e emblematiche della sua generazione, da ‘When attitudes become form’ (1969 ) a ‘Contemporanea’ (Roma, 1973), da ‘Identité italienne’ (Parigi, 1981) a ‘The italian metamorphosis 1943-1968’ (Guggenheim Museum New York, 1994).

    È stato sei volte presente alla Biennale di Venezia, con sala personale premiata nell’edizione del 1990 e un omaggio postumo nel 2001.

    La sua opera nonché le sue scelte in quanto artista, hanno fortemente influenzato la generazione successiva e molti giovani del nuovo millennio, in Italia e nel mondo.