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Galleria di Arte Contemporanea a Castiglioncello
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    Ceccobelli Bruno

    Bruno Ceccobelli, nato a Todi nel 1952. Vive e lavora a Todi.

    Compie gli studi a Roma frequentando l’Accademia di Belle Arti con Scialoja. Nel 1976 tiene la prima mostra personale alla Galleria Spazio Alternativo, dove presenta lavori ispirati alla ricerca Concettuale (Body Art).

    Nei primi anni Ottanta si afferma come fondatore del “Gruppo di via degli Ausoni” di Roma, una compagine di artisti unita non tanto da una poetica comune, quanto dalla scelta di occupare tutti insieme gli studi e gli spazi dell’antica fornace situata a Roma nella strada da cui il Gruppo stesso prende il nome.

    Espone nel 1980 alla Biennale des Jeunes a Parigi; nelle gallerie Lambert a Parigi, Ala a New York. È presente accanto alla Transavanguardia e con gli adepti della ‘Nuova scuola romana’ D.Bianchi, Dessì, Levini, Gallo, Tirelli, alla rassegna ‘Italiana: nuova immagine’ a cura di A.B.Oliva alla Pinacoteca comunale di Ravenna.

    Con Dessì, Bianchi e Gallo espone alla mostra ‘Arte italiana recente’ che documenta le acquisizioni del Museo di Groningen e in una rassegna successiva nella stessa sede; alla Galerie Swart di Amsterdam e ad ‘Immagination-Farbe’ alla Haus am Waldsee di Berlino.

    Partecipa alla Biennale di Venezia del 1984 (sezione ‘Aperto’) e alla mostra degli ‘Ateliers’ romani del gruppo, presentata ancora da Bonito Oliva. Partecipa nel 1985 a ‘Nuove trame dell’arte’ a cura di A.Bonito Oliva al Castello di Gennazzano e alla rassegna del Centre Georges Pompidou ‘Italie d’aujourd’hui – Italia oggi’. Torna ad esporre alla Biennale di Venezia nel 1986 e nello stesso anno pubblica il proprio ‘manifesto’.

    Lavora su supporti lignei di recupero, dipingendo con pigmenti naturali e terre, fissati con cere e colle, embrioni di figure. Vi iscrive parole e simboli. Il catalogo della rassegna ‘Le figure, le case, i pozzi’ (New York, Madrid, Roma 1988) censisce il complesso della sua attività creativa. Nel 1989 espone opere giocate su profondo neri e bruni con valori magici e simbolici alla Mayor Rowan Gallery di Londra; in Austria e Germania nel 1990 e ’91; nel 1992 allestisce la rassegna ‘La vista del silenzio’ alla Galleria Giulia di Roma.( Bibliografia: A. Boatto, Bruno Ceccobelli, catalogo mostra alla Galleria Giulia, Roma 1992).

    Ceccobelli è maestro dei sincretismi. Il dipinto , nel suo caso, è un recinto magico ove si verificano, per simulazione figurale , incroci e ibridazioni di eventi che interessano luoghi e tempi distinti.

    C’è un fondo religioso, in senso mistico e animistico, nella sua operazione creativa, nel suo predisporsi come sacerdote alla celebrazione di un rito, quando prende i pennelli per tracciare segni e simboli figurali in cui si incontrano e si manifestano la dimensione dell’io e quella esterna del mondo e del creato.

    La pittura è una “scrittura ieratica i cui morfemi sono tratti da un repertorio ricchissimo di codici, di appartenenza a culture assai diversamente collocate nel tempo e nello spazio, e vi sono comprese le conoscenze ermetiche ed esoteriche non meno di quelle metafisiche e animistiche.

    Ceccobelli attinge egualmente alla religone e alla magia i simboli di cui nutre la propria pittura.
    Idealisticamente, promana un desiderio di sostanza spirituale, una tensione al divino che fa scattare l’immagine a un più elevato grado di edonismo contemplativo.

    Taluni simboli geometrici e organici di peculiare riferimento vitalistico e cosmologico , fanno riferimento ad un erotismo positivo che è sentimento germinante della vita e del tempo.